I cambiamenti climatici e il conseguente surriscaldamento sono reali e evidenti. I grafici e i dati che la NASA ci mette sotto gli occhi non lasciano alcun dubbio. La temperatura media del pianeta é aumentata di almeno 2 gradi negli ultimi cento anni. Fatta questa premessa il tema sui cambiamenti climatici dovrebbe focalizzarsi su: cosa può fare l’uomo per ridurre l’impatto del cambiamento climatico? Proviamo ad osservare gli scenari che hanno al centro il “climate change“.
I mutamenti climatici, ovvero l’uomo studioso
In questo scenario l’uomo studia i dati, li confronta, cercare di capire da cosa dipendano i mutamenti climatici, confronta la temperatura attuale media con quella dei decenni e secoli passati. E’ lo scenario dove gli scienziati si muovono meglio. Le tecnologie moderne hanno strumenti, dati e possibilità di analisi straordinari. La Nasa fa un ottimo lavoro perché ha le tecnologie per studiare il clima dell’intero pianeta.
In questo scenario i dati sono già sufficienti per affermare che il clima é mutato in modo evidente. Gli effetti sono visibili anche solo osservando la natura che ci circonda. Su questo erano tutti d’accordo persino al Cop 25, evento organizzato dalle Nazioni Unite, totalmente dedicato al Climate Change, cioè al cambiamento climatico.
Cause cambiamenti climatici, ovvero l’uomo dubbioso
Quando si comincia a ragionare sulle cause dei cambiamenti climatici già si colgono posizioni diverse. Nella storia del pianeta Terra, per quanto la scienza ne sa, di cambiamenti climatici ce ne sono già stati moltissimi, alcuni davvero portentosi. Tralasciando le “glaciazioni“, che furono comunque degli imponenti cambiamenti climatici, ci furono periodi con innalzamenti della temperatura e altri con abbassamenti. Tra il XIV e il XIX secolo pare che la terra abbia vissuto una “piccola era glaciale” anche se mediamente le temperature si abbassarono di non più di un grado.
Nel medioevo ci fu probabilmente un periodo più caldo che durò quasi 5 secoli, anche se fu più localizzato nel nord America. Questo grafico illustra le fluttuazioni delle temperature medie negli ultimi 2000 anni.
La linea nera che prende la rincorsa verso l’alto, sulla destra del grafico, indica comunque che negli ultimi 50 anni si é raggiunto un picco di riscaldamento non compatibile con l’andamento dei precedenti 2000 anni. Comunque, supponiamo pure che questo cambiamento sia causato da emissioni naturali, da un avvicinamento del sole, da cause che sollevano l’uomo dalle responsabilità. Supponendo la “non colpevolezza” dell’uomo, é questa una ragione per non cercare di utilizzare le conoscenze tecnologiche di cui l’uomo dispone per diminuire le conseguenze di questo fenomeno?
Cambiamenti climatici cause e conseguenze: l’uomo dubbioso
Sarà già capitato a tutti di vedere un film (ce ne sono tantissimi) dove l’uomo riesce a distruggere meteoriti, a risolvere situazioni ambientali difficilissime, a prendere in mano situazioni inimmaginabili che potrebbero cambiare il destino dell’umanità. Nella realtà assistiamo invece a lentezze e procrastinazioni inaudite. L’uomo può far piovere dove non ci sono nuvole, può muovere venti dove non si muove una foglia, può coltivare insalate in zone desertiche ma pare che non possa chiedersi con semplicità: come possiamo diminuire l’impatto del surriscaldamento globale affinché non sia devastante per l’intero pianeta?
Il Cop 25 é stato un mezzo fallimento perchè non si é raggiunto nessun accordo sui parametri di riferimento relativi alle emissioni di Co2, smentendo anche l’impegno che a Parigi, nel 2015, i Paesi presenti avevano sottoscritto per contenere in un grado e mezzo l’innalzamento della temperatura globale. I dati ci sono ma gli interventi sono rimandati a chissà quando.
L’uomo economico e la sua miopia
Non mi piacciono le teorie complottiste e nemmeno quelle in cui i “poteri forti” determinano i destini dell’umanità. Non mi piacciono perchè sono frutto di esercizi “visivi”, dove si fa ginnastica con la mente ma poi non si muove un solo dito per cambiare qualcosa.
I “poteri forti” esistono e sono capaci di bloccare anche con minime decisioni azioni che possono mettere in discussione il loro potere. L’ho provato io stesso sulla mia pelle. In uno dei prossimi articoli vi racconterò la vicenda di un sito letteralmente oscurato, con minacce, da un fortino di funzionari pubblici.
I poteri forti hanno interesse a spremere sistemi in cui hanno investito e guadagnato già molto, e non vogliono cambiare nulla. Automobili, sistemi di riscaldamento, energia elettrica a basso consumo, illuminazione stradale, sistemi economici che abbassino la quantità di merci in movimento a favore della localizzazione delle risorse. Ci sono già centinaia di piccole decisioni che potrebbero essere messe in pratica con pochi investimenti.
Il fatto é che se io ho il permesso di montare pannelli solari sul mio tetto senza che su questo investimento ci guadagni lo stato con l’Iva, lo stato con tasse sui permessi di installazione, accadrebbe che lo stato non guadagnerebbe sulle tasse energetiche (che sono imposizioni folli), sulle revisioni di auto, caldaie, impianti e chissà quanto altro. Insomma, il primo potere forte con cui abbiamo a che fare é lo stato (in minuscolo non a caso) che ci governa. Che invece che favorire investimenti assennati pone altre tasse su plastica, consumi, auto ecc. ecc. Come dire: “io non ti aiuto, anzi, ti rendo difficile cambiare il tuo stile di vita, ma ti tasso se non cambi“.
L’uomo indifferente
Infine lo scenario più triste é quello dell’uomo indifferente, di chi dice: “vabbè… ma tanto io non posso cambiare nulla“. Non è vero. In un modo o nell’altro le cose cambieranno. L’uomo indifferente é in realtà l’uomo “civilmente” morto, i “rifugiati esistenziali” cioè quelli che preferiscono non esistere piuttosto che partecipare al destino di tutto ciò che ci circonda. Tra queste persone e chi invece vuole “esistere” si sta creando una frattura profonda. Gli effetti saranno netti e i “poteri forti”, dovranno vedersela con chi gli toglierà semplicemente il “mercato” nel quale si abbuffano. Altro che preoccuparsi della privacy o dell’alfabetizzazione informatica. Come dicevo già in questo articolo sullo stato di salute del pianeta Terra, é giunto il momento di occuparsi dell’ambiente che ci ospita.
La temperatura sta salendo, e finalmente c’é chi si sta rimboccando le maniche.